Sul monte Spico, nel bel mezzo della cembreta
Convegno del cirmolo 2013
Il battito cardiaco rallenta…
…rendendo più efficace il riposo
Come fare per avere la sensazione di dormire in un bosco e con una qualità del riposo tale da essere certificata addirittura da un istituto di ricerca? La risposta sta tutta nel cirmolo, albero forse poco conosciuto ma decisamente ricco di aspetti interessanti. Il cirmolo è stato al centro di un convegno organizzato nello scorso weekend in Valle Aurina per iniziativa della ditta “Larix”, convinta e strenua sostenitrice di questo legno. Perché, peró, tutta questa attenzione verso il cirmolo? La prima spiegazione ha a che fare, come detto, con le caratteristiche relative alla sua salubrità, e a sottoporre agli astanti gli aspetti scientifici della questione è stato Vincent Grote, studioso dell’istituto austriaco Human Research di Weiz, specializzato in tecnologia della salute. “Dormire in un ambiente caratterizzato dal cirmolo garantisce un rallentamento del battito cardiaco di 3.500 unità, corrispondenti ad un’ora di attività cardiaca in meno al giorno”. Di fatto un’enormità se moltiplicato per ogni singola notte.
Che non si tratti di una pianta qualsiasi lo confermano anche i suoi aspetti naturalistici, sottolineati dai responsabili degli uffici forestali di Silandro e Campo Tures Mario Broll e Stefan Schwingshackl. “Il più vecchio esemplare in Alto Adige – spiega il primo – si trova a Sarentino e ha la bellezza di 1117 anni. Si tratta di un albero molto resistente: basti pensare che può tranquillamente sopravvivere per 8 giorni ad una temperatura di 40 gradi sotto zero. Trasmette sicurezza e forza, oltre ad avere un significato quasi mistico nel suo connettere terra e cielo”. “Non solo – gli fa eco il secondo – ma con la sua caratteristica di crescere solo oltre i 1400 metri rappresenta una vera e propria linea di confine del bosco”.
La nocciolaia
…capace di trasportare e nascondere fino a 400 semi, contenuti in ben 15 pigne
Ad ampliare ulteriormente l’orizzonte delle sorprese ci pensa Ernst Girardi che in occasione del convegno accentra su di sè un gran numero di funzioni: organizzatore, titolare della ditta Larix e ornitologo appassionato. Una passione che è stata capace di attirare in Valle Aurina un sorprendente numero di ricercatori, forestali, ingegneri di bioedilizia, imprenditori e semplici appassionati su un tema tutto sommato di nicchia. Non appena descrive le implicazioni ornitologiche del cirmolo, peró, molto si spiega del fascino legato alla sua passione. “Sembra incredibile, eppure il cirmolo si sviluppa grazie alla singolare sinergia con un volatile che si chiama “nocciolaia”, il quale è capace di trasportare e nascondere fino a 400 semi, contenuti in ben 15 pigne. Fin qui sarebbe anche un meccanismo abbastanza comune, ma la nocciolaia ha la forza e la capacità, per recuperare durante la stagione invernale i semi nascosti in autunno, di penetrare il manto nevoso fino ad una profondità di 2,5 metri. Per le caratteristiche ambientali dell’habitat del cirmolo, insomma, si tratta esattamente del partner ideale per la sua sussistenza. Unendo questo aspetto particolare, che ho analizzato nelle mie osservazioni, alla grande presenza di cirmolo in Valle Aurina, la più significativa in Alto Adige, sono poi arrivato a scoprire le sue proprietà benefiche. A quel punto non avrei potuto evitare di puntare su questo legno anche per la mia attività”. Ma amare tanto un albero e poi abbatterlo non suona un poco contraddittorio? “Affatto – fuga ogni dubbio il falegname di fiducia Clemens Ebenkofler – perché il cirmolo svolge anche un’importante funzione di argine alle valanghe. Solo eliminando i vecchi esemplari e liberando lo spazio ai più giovani e flessibili è possibile continuare a mantenere intatto questo ruolo fondamentale”. Insomma sicuri, protetti, forti e in salute: esattamente come ci si vuole sentire a casa.